10Apr

Riso Thai con fagiolini e fagioli zolfini

Piatto unico
Fagiolini, fagioli, avocado: vitamine, proteine e grassi buoni su un letto di riso thai.

Ingredienti – per 2 persone
100 g Riso thai
• 100 g fagioli zolfini cotti
• 200 g Fagiolini
• 1 Avocado

Per il pesto:
30 foglie Basilico
• 30 ml Olio extra vergine di oliva
• 20 g Parmigiano reggiano grattugiato
• 5 Noci
• 1 spicchio Aglio

Vi consiglio di preparare i fagioli zolfini il giorno precedente, considerando le 12 ore di ammollo (aggiungete un cucchiaino di bicarbonato nell’acqua). I fagioli zolfini vanno cotti per un’ora e mezzo in abbondante acqua con foglie di salvia e uno spicchio di aglio.

Spuntate i fagiolini.
Lessate il riso e i fagiolini separatamente: controllate sulla confezione del riso i minuti di cottura (per il thai di solito 10 minuti); cuocete i fagiolini per 20/25 minuti finchè cotti ma ancora sodi.
A fine cottura dei fagiolini, trasferiteli in una ciotola con una schiumarola, senza buttare l’acqua. Condite i fagiolini con sale, olio e limone. Potete utilizzare l’acqua di cottura dei fagiolini per lessare il riso.

Nel frattempo preparate il pesto: in un mixer riponete le foglie di basilico, mezzo spicchio di aglio tritato, le noci (o i pinoli, o i pistacchi o le mandorle se avete quelle in casa), l’olio evo, due pizzichi di sale e frullate a massima velocità più volte, evitando così di scaldare le lame. Alla fine aggiungete il parmigiano grattugiato.
Scolate i fagioli zolfini in un colino e se optate per i fagioli in scatola sciacquateli con acqua fredda corrente. Condite con sale e olio.
Scolate il riso. Conditelo con olio extravergine e un pizzico di pepe nero. Distribuitelo nelle ciotole.
Disponete sopra il riso i fagioli, i fagiolini, il pesto e l’avocado affettato.

06Apr

Alimentazione ai tempi del Covid-19 : come sopravvivere alla quarantena?

Dall’oggi al domani ci siamo ritrovati con un tempo sospeso nell’attesa e nell’incertezza, in cui il nostro lavoro, le nostre vite e quelle dei nostri cari hanno subito una drastica modifica. Non poter uscire e rimanere forzatamente dentro le mura domestiche può essere per molti motivo di crisi con ripercussioni importanti anche sulle abitudini alimentari. Scelte alimentari sbagliate unite alla ridotta attività fisica di questi giorni può dimostrarsi deleteria per il peso corporeo e per la nostra salute.

È interessante notare come etimologicamente il termine crisi ( dal greco Krisis) significhi SCELTA, DECISIONE. Sembra strano che in un momento come questo , dove la nostra libertà è stata profondamente limitata, si posso ancora scegliere qualcosa…ebbene si, possiamo scegliere di PRENDERCI CURA DI NOI STESSI seguendo un’alimentazione sana e bilanciata!. Questo ci farà sentire meglio sia fisicamente che mentalmente.

Vediamo insieme come fuggire alle cattive tentazioni e organizzare la nostra dieta.

CONSIGLIO 1 : PREPARA UN MENÙ SETTIMANALE
Organizzare la dieta seguendo un menù settimanale ti permette di avere una visione chiara degli alimenti da comprare (ottimizzando così la spesa) e bilanciare il pasto in modo da sentirsi sazi e appagati. Ricorda che ogni pasto deve comprendere verdure, una fonte di carboidrati (pasta o cereali o pane o patate) e una fonte di proteine (pesce, carne, uova, legumi, latticini, affettati, pesce conservato). Fare la spesa con una lista precisa degli alimenti eviterà di infilare nel carrello il buondì al cioccolato…vi vedo!! ;D
Per alimenti reperibili come le verdure via libera alla fantasia, in parte possono essere consumati crudi e conservati in frigo mentre le varietà più delicate cotte e congelate in monoporzioni o utilizzate per sughetti o risotti. Il tempo adesso non manca, sfruttiamolo per cucinare tutti quegli alimenti che necessitano di lunghe cotture quindi lasciamo al supermercato il barattolo di legumi già cotti e prendiamo quelli secchi! Aggiungendo un cucchiaio di bicarbonato nell’acqua di ammollo saranno anche più digeribili.
Inserite ogni settimana un pasto *libero* e cucinate il vostro piatto preferito o quello dei vostri familiari, saranno piatti che fanno bene all’umore!

• Clicca qui per scaricare una griglia per elaborare il vostro menù settimanale.

CONSIGLIO 2: ORGANIZZARE LA ROUTINE GIORNALIERA
La maggior parte di noi non va più a lavorare quindi dobbiamo organizzare la nostra giornata in maniera diversa. Createvi una vostra routine dando ordine alle attività da fare per esempio : mi sveglio – spalanco tutte le finestre – faccio colazione – mi lavo e vesto – faccio degli esercizi di ginnastica (VI CONSIGLIO DI SEGUIRE I VIDEO DEI PERSONAL TRAINER PROFESSIONISTI DELLA DUEFFE SPORT THERAPY CONSULTING – https://www.facebook.com/2fstc/ )- preparo pranzo – mangio – riordino – mi rilasso leggendo o guardando un film/documentario – faccio un’attività ricreativa che mi piace (dipingere, cucire, scrivere, ballare, giardinaggio, cure di bellezza fai da te, etc) – chiamo i miei cari – inizio a preparare cena – mangio – film. Insomma, se vi guardate intorno, in casa c’è sicuramente qualcosa da sistemare, pulire, aggiustare.. approfittiamone ma mi raccomando…tutti i giorni inseriamo un’attività che ci renda felici.
È importante quindi invocare in noi un principio di organizzazione e di armonia che scandisca la nostra quotidianità riportandoci nella dimensione della cura del nostro tempo , dei nostri pensieri, del nostro spazio, della nostra persona e delle nostre relazioni.

CONSIGLIO 3: AUTOPRODUZIONE DI CIBO
Bene. Non possiamo uscire tutti i giorni a comprare il pane…facciamolo! Il lievito di birra non si trova.. facciamo il lievito madre!! Compro un avocado e pianto il nocciolo. Spremo un limone e pianto i semi. Insomma con un po’ di inventiva ci sono un sacco di esperimenti da fare, tanto più se ci sono bambini da intrattenere. Usiamo internet e i social per cercare idee sfiziose e non per inebetire!
Evitate di fare dolci…una volta in casa può essere difficile resistere!

CONSIGLIO 4 : DOLCI ALTERNATIVI
Non potevo evitare questo nodo.. la voglia di dolce. La noia e la frustrazione possono venire a farci visita in questa situazione così surreale. I consigli che vi sto elencando sono proprio finalizzati ad evitare che succeda ma nel caso si avverta una forte voglia di dolce cosa possiamo fare? Trovare alternative e fare una spesa intelligente .. se in dispensa c’è il barattolo di Nutella molto probabilmente la voglia viene anche se non ci si pensa. Come dico sempre ai miei pazienti lo zucchero crea dipendenza e a livello celebrale attiva gli stessi recettori della cocaina.. potete immaginare l’effetto!! Un circolo vizioso che si spezza solo con l’astinenza. Un periodo di “disintossicazione” vi porterà a non avvertire più la necessità del dolce.

Passiamo alle alternative dolci:

  • Chips di mele essiccate in forno
  • Albicocche secche
  • Puree di frutta fresca. Io per esempio adoro lo strudel e mi sono preparata una purea di mela cotta con uvetta, pinoli e una spolverata di cannella (la vedete in foto ). Non ci crederete, emanava lo stesso profumo dello strudel!! Ma senza sfoglia, burro e company. 😉
  • Fave di cacao crudo www.ambrosiae.com/prodotti/cacao-nibs/
  • Cioccolato fondente almeno all’ 80%
  • Tisana ai frutti rossi o alla rosa canina con miele da sorseggiare
  • Mandorle pelate

CONSIGLIO 5: IMPARARE A RESPIRARE CORRETTAMENTE
È ampiamente dimostrato che una respirazione profonda, diaframmatica(o addominale) favorisce uno stato di rilassamento ed è in grado di influenzare le nostre emozioni. Al contrario una respirazione corta e toracica è tipica di un organismo pronto all’azione che vive uno stato d’ansia o di preoccupazione e potrebbe creare gonfiore addominale con la tipica sensazione di pancia gonfia , dura e dolente al tatto.
Proviamo a osservare il respiro prestando attenzione all’aria che entra ed esce dalle nostre narici, questo ci permetterà di focalizzarci anche per pochi istanti sul presente e sperimentare gradualmente l’esperienza di una mente in quiete. Uno spazio di riflessione insomma, in cui indirizzare e trasformare il caos e la crisi in una scelta consapevole che ci doni slancio, coraggio ed energia per affrontare ciò che verrà.

Buona respirazione.

02Apr

Pane di Farro Monococco

• 500 gr di farina di farro monococco (Azienda Seminaluce)
• 350 gr di acqua
• 3 gr di lievito di birra
• 50 gr di zucchero
• Un pizzico di sale

Unire la farina con il lievito e l’acqua in una ciotola capiente. Iniziare ad amalgamare gli ingredienti con un cucchiaio, aggiungere lo zucchero (fondamentale per stimolare la lievitazione) e per ultimo il sale. Passare il composto su una spianatoia e lavorare a mano. Una volta ottenuta un palla compatta e morbida trasferirla in un recipiente oliato e coprire con un panno. Lasciare riposare per un’ora. L’impasto sarà già parzialmente lievitato, riporre sulla spianatoia e lavorare la pasta alzando i lembi verso il centro. Riporre l’impasto nel recipiente oliato disegnando una X con il coltello e lasciare riposare in un luogo non freddo e non umido. Nel giro di 60-90 minuti il volume dell’impasto dovrebbe essere raddoppiato. Se questo non accade è necessario aspettare ancora. Per questa seconda lievitazione uso La Ciotola della Tupperware ovvero una ciotola con sigillo ermetico che dimezza i tempi di lievitazione.
Prima di passare alla cottura lavorare di nuovo la pasta sulla spianatoia e dare la forma preferita al pane , io prediligo il pane tondo e sulla superficie aggiungo dei semi di girasole ☺
Infornare in forno preriscaldato a 230 gradi per i primi 15 min poi abbassare la temperatura a 180 gradi e continuare la cottura per 40-50 min circa. Modalità forno: statico.

02Apr

Frittata senza uova

Ingredienti per 4 persone:
• 200 gr di farina di ceci
• 1 cipolla
• 2 cucchiai di olio evo
• Curry
• Sale
• Pepe nero

Con un frullatore a immersione o una frusta da pasticceria o una forchetta, sbattete la farina di ceci con olio evo e 400 ml di acqua tiepida finchè non si formerà una pastella omogenea e liquida. Aggiungete la cipolla tritata e il cucchiaino di curry, sale e pepe. Rovesciate in una padella rovente, antiaderente e leggermente oliata il composto e fate cuocere a fiamma medio-bassa per circa 10 minuti, quindi girate la “frittata” dall’altro lato. Servite tiepida. È possibile cuocere il composto in forno in una teglia rivestita di carta da forno per circa 15 minuti a 180 – 200 gradi.

02Apr

Scegliere materie prime di qualità: le farine alternative

Tra le farine alternative le più numerose e diffuse sono quelle che derivano dai cereali.
Ve ne presento 10:

Farina di khorasan
Si tratta di un cereale originario della Persia, oggi conosciuto col nome commerciale Kamut®, marchio registrato. È molto simile al grano duro per cui si presta alle stesse preparazioni. Quello coltivato in Italia (chiamato saragolla) è povero di calcio, ha buone proprietà antiossidanti, contiene glutine ed è meno tenace rispetto al grano, per cui risulta più facile da digerire.

Farina di riso
Si tratta di una delle farine alternative prive di glutine. Il riso integrale è ricco di vitamine, amido e sali minerali non presenti nel riso brillato che, come avviene per il grano, viene lavorato, sbiancato e lucidato. Purtroppo la maggior parte della farina di riso deriva dal chicco brillato, tuttavia è possibile trovare in commercio anche quella integrale. Viene usata come addensante ed è molto adatta per la preparazione di dolci

Farina di teff
Il teff è considerato il più piccolo tra tutti i cereali e tra i primi per il contenuto di vitamine, sali minerali e ferro. È privo di glutine e ricco di fibre e carboidrati complessi e la sua farina, esclusivamente integrale, è alla base di molti piatti africani, in particolare in Etiopia. In Europa la farina di teff è utilizzata per la preparazione di pane e pizze, ma anche di biscotti e pancakes, grazie al suo gusto vagamente nocciolato

Farina di mais
Ottenuta dalla macinatura fine del mais, della famiglia delle graminacee, tra le farine alternative è quella ideale per polenta e tortillas. È priva di glutine e quindi adatta ai celiaci, contiene sali minerali e flavonoidi, ma poche proteine e vitamine del gruppo B

Farina di farro
Deriva dal cereale più antico mai coltivato. La farina si può ottenere da farro decorticato, che mantiene però intatto il pericarpo, ricco di fibre, o da farro perlato, che cuoce prima, ma conserva meno nutrienti. Come il frumento contiene glutine, è ricco di vitamine (soprattutto del gruppo B), sali minerali e povero di grassi. Il farro è un cereale altamente digeribile, dalle proprietà lassative e depurative, per questo si dice sia utile in caso di stitichezza

Farina di avena
Può essere integrale o raffinata. Contiene glutine, fibre, grassi polinsaturi Omega-6 e proteine. È particolarmente adatta nella preparazione di prodotti da forno e dolci secchi come i biscotti (usata da sola non si presta a ricette che richiedono buone lievitazioni), oltre ad essere la base del porridge, la zuppa d’avena dolce della colazione inglese

Farina di miglio
Si ottiene dal miglio, un cereale ricco di oligoelementi, antiossidanti e lipidi, appartenente alle Graminacee e usato molto nell’alimentazione degli animali, ma sempre più riscoperto anche nella preparazione di alimenti destinati all’uomo. Il miglio è privo di glutine, quindi è meno adatto alla panificazione rispetto ad altre farine alternative, tuttavia è usato in molte ricette di prodotti da forno senza glutine e per la preparazione della piadina

Farina di sorgo
E’ priva di glutine e rappresenta un’ottima base per realizzare prodotti da forno secchi, come la piadina, perché non lievita, ma anche per dolci e biscotti, cui fa ottenere una piacevole consistenza croccante. Il sorgo ha caratteristiche nutrizionali simili al mais, infatti è ricco di fibre e un basso indice glicemico

Farina di orzo
Deriva dall’orzo, cereale ricco di glutine e amido, ed è tra le farine alternative più adatte alla panificazione, usata soprattutto nella cucina vegana e macrobiotica. In commercio si trova sia la farina raffinata, sia quella integrale che conserva le caratteristiche nutritive del cereale: vitamine e sali minerali, in particolare il fosforo

Farina di grano saraceno
Il grano saraceno è considerato uno pseudo-cereale “di lusso”, non solo per il prezzo, ma perché contiene 8 amminoacidi essenziali, protegge dal rischio cardiovascolare e infiammatorio, aiuta a tenere sotto controllo trigliceridi e colesterolo e combatte l’invecchiamento, poiché è ricco di flavonoidi. La sua farina è priva di glutine e viene utilizzata soprattutto per fare i pizzoccheri (in aggiunta però a ⅔ di farina di grano duro) e la polenta bigia di manzoniana memoria.

Se le varianti con i cereali non mancano, esistono anche delle farine alternative a base di legumi e frutta secca, usate per molte preparazioni gustose:

Farina di ceci
Deriva da un legume conosciuto per l’ottimo apporto nutrizionale: fibre, vitamine, sali minerali e carboidrati complessi. Solitamente i ceci destinati alla macinazione per la farina subiscono il processo di raffinazione a cui si aggiunge il setaccio e non abbiamo sicurezze sulle loro caratteristiche. Esiste, tuttavia, una piccola produzione italiana destinata alla farina di ceci che segue per lo più il metodo biologico e macina a pietra, quindi più grossolanamente (mantenendo inalterate le proprietà della buccia). La farina di ceci viene utilizzata soprattutto nella preparazione di ricette salate, molto diffusa in Liguria per farinate e in Toscana per la torta di ceci anche chiamata Cecina. La mia ricetta preferita con la farina di ceci è la frittata senza uova.

Farina di lupini
Da questi legumi si ottiene una delle farine alternative più versatili. Senza glutine, conserva le caratteristiche dei lupini, che sono ricchi di proteine, ferro, potassio, fibre e vitamina B1. Come ingrediente la farina di lupini viene utilizzata soprattutto nella preparazione di focacce, torte salate e prodotti da forno

Farina di castagne
Deriva dalla macinazione di castagne essiccate ed è conosciuta anche come farina dolce. Le castagne hanno un elevato apporto calorico e sono fonte di carboidrati, amido, proteine e sali minerali. La farina che si ottiene è priva di glutine, adatta nella preparazione di dolci, spesso in abbinamento alla frutta secca, ma usata anche per fare la polenta

Farina di mandorle
E’ tra le farine alternative più utilizzate nella preparazione di dolci. La frutta secca da cui deriva ha un alto valore energetico ed è ricca di proteine, zuccheri, vitamina E, vitamine del gruppo B e sali minerali, conservati anche nella farina di mandorle.

Le farine alternative che derivano dai semi delle piante rappresentano una delle ultime mode alimentari di grande successo:

Farina di quinoa
Si ottiene dai semi della quinoa, una pianta dall’alto contenuto di proteine, grassi, sali minerali e vitamine. Non contiene glutine, è quindi adatta nell’alimentazione di chi soffre di celiachia e si presta alla preparazione di ricette dolci e salate come biscotti, torte e muffin, in combinazione con altre farine.

Farina di amaranto
L’amaranto è una pianta priva di glutine, ricca di fibre, proteine, ferro, magnesio, vitamina A e C. Per la sua alta digeribilità la farina di amaranto è utilizzata nell’alimentazione di bambini e anziani e si presta a ricette quali pizza, pane e crostate.

Farina di canapa
E’ utilizzata tra le farine alternative soprattutto nell’alimentazione dei celiaci e viene scelta per il suo sapore che richiama il gusto della nocciola, adatto a torte, muffin e biscotti. Si caratterizza per l’alto contenuto proteico e la presenza di sali minerali e acidi grassi essenziali.

Che siate in cerca di un sostituto integrale ricco di nutrienti o semplicemente di sapori e fragranze differenti, le farine alternative alla bianca 00 non mancano. Ora che le conoscete, quali siete curiosi di sperimentare? Se siete in cerca di ricette per provare nuove idee, date un’occhiata alla pagina Facebook *La Nutrizionista in cucina*

A presto!

30Mar

Scegliere materie prime di qualità: la farina

Abbiamo visto nell’articolo precedente quanto importante sia la qualità delle materie prime che scegliamo di consumare. Voglio darvi degli strumenti chiari e semplici per districarsi nel complesso mondo degli alimenti e scegliere i prodotti più sani.
Partiamo dalla farina di frumento, più comunemente chiamato grano. La farina di grano tenero si usa per prodotti lievitanti, dolci o pasta fatta in casa mentre la farina o semola di grano duro si usa per la pasta o per qualche tipologia di pane (tipo pane di Altamura).

FARINA MANITOBA
è una farina di grano tenero 00, generalmente di origine canadese, che proviene da un grano più ricco di glutine. Per questo lievita facilmente e si lavora con facilità ma si digerisce difficilmente e crea alterazione della flora batterica intestinale.
DA EVITARE

FARINA 00
Rimane solo il 70% del chicco. Con la macina a pietra è impossibile da ottenere per quanto si setacci, perciò esiste solo da quando è stato inventato il mulino industriale a cilindri. È priva delle crusche e del germe, la parte nobile del chicco, e rimangono solo gli amidi e il glutine dell’endosperma, zuccheri rapidi da assorbire e proteine infiammatorie.
DA EVITARE

FARINA 0
È il massimo grado di setacciatura ottenibile nelle farine macinate a pietra e conserva circa l’80% del chicco, comprese piccole parti degli strati esterni e il germe ( ricco di antiossidanti)
CONSIGLIATA , PREFERIRE FARINA MACINATA A PIETRA

FARINA 1
Conserva circa l’85% del chicco
CONSIGLIATA , PREFERIRE FARINA MACINATA A PIETRA

FARINA 2
Conserva circa il 90% del chicco
CONSIGLIATA , PREFERIRE FARINA MACINATA A PIETRA

FARINA INTEGRALE
Conserva il 100 % del chicco. È la farina più ricca di fibre derivanti dalla parte esterna del chicco ovvero le crusche. In questo caso è essenziale scegliere farina biologica perché nella parte esterna del chicco si trovano anche i prodotti chimici dati ai campi di grano.
CONSIGLIATA , PREFERIRE FARINA BIOLOGICA MACINATA A PIETRA. SCONSIGLIATA A CHI SOFFRE DI COLON IRRITABILE E DI ALLERGIA AL NICHEL

Degne di nota sono le farine di grani antichi ovvero grani coltivati nel rispetto del terreno senza uso di diserbati e antifungini. A livello nutrizionale risultano più digeribili grazie alla presenza di un glutine più “debole”. La molitura a pietra, il controllo della temperatura nella lavorazione e l’uso di pasta madre per la panificazione permettono di mantenere intatte tutte le proprietà benefiche del chicco con sapori e gusti ben caratterizzanti.
Le principali varietà coltivate in Toscana sono: Grano duro di Senatore Cappelli, Grano tenero Verna, Gentil Rosso, Frassineto e Sieve; il farro monococco e Spelta.

Nella zona della valdelsa mi sento di consigliare le farine e derivati dell’Azienda agricola Poggio di Camporbiano www.poggiodicamporbiano.it e dell’azienda agricola Seminaluce di Giovanni Cerrano che vende i propri prodotti al Buono della Terra, gruppo di acquisto solidale situato in p.zza San Bartolomeo a Colle di Val d’Elsa. (www.facebook.com/ilbuonodellaterracolle)
COMPRIAMO E CONSUMIAMO PRODOTTI SANI E LOCALI!

P.S: trovate la ricetta del pane in foto sulla pagina Facebook “Una nutrizionista in cucina”


Fonti:

D. Chanaz , Da dove viene la tua farina?, dossier Terra nuova , gennaio 2015

Dietologia clinica, alimenti e malattia, Medi Edizioni, 1999

Associazione Italiana Amici dei Mulini Storici (www.aiams.eu), nata nel 2011

15Mar

Una dieta basata sul semplice calcolo delle calorie è fallimentare

La quantità di calorie indicata nelle etichette e nelle tabelle di composizione degli alimenti può essere molto diversa rispetto a quella che si ricava effettivamente, perché la digestione è un processo troppo complicato da tradurre in numeri.

Ricerche recenti hanno dimostrato che la quantità di calorie che ricaviamo dal cibo dipende da quali specie mangiamo, da come prepariamo il cibo, da quali batteri si trovano nel nostro intestino e da quanta energia usiamo per digerire cibi differenti.

Il cibo dà energia al corpo. Gli enzimi digestivi di cavo orale, stomaco e intestino scindono le complesse molecole degli alimenti in strutture più semplici come zuccheri e aminoacidi, che sono trasportati dal flusso sanguigno a tutti i tessuti. Le cellule usano l’energia immagazzinata nei legami di queste molecole più semplici per mantenere il regolare metabolismo del corpo. Quando calcoliamo l’energia disponibile dei cibi usiamo un’unità di misura chiamata chilocaloria (kcal), i grassi forniscono 9 kcal per grammo, mentre carboidrati e proteine ne forniscono appena 4. Le fibre forniscono solo 2 calorie, perché gli enzimi del tratto digerente umano faticano a scinderle in molecole più piccole.

Ogni calcolo del valore calorico si basa su queste stime o su loro piccole derivazioni e non prende in considerazione la variabilità digestiva della singola persona, l’assetto ormonale che causa una maggiore o minore capacità assorbitiva e le modifiche della struttura e delle proprietà chimiche di un alimento a causa delle diverse modalità di cottura (bollitura, arrostimento, cottura il forno etc). Per esempio le proteine possono richiedere fino a cinque volte più energia per essere digerite rispetto ai grassi perché i nostri enzimi devono sbrogliare le catene di amminoacidi che costituiscono le proteine mentre gli zuccheri vengono digeriti e assorbiti così velocemente che il nostro apparato digerente è a malapena attivato. Ecco che capite la necessità e l’importanza della qualità delle scelte alimentari e di come lo stesso apporto calorico abbia un impatto diverso sull’organismo in base al nutriente di derivazione.

I cibi trattati industrialmente sono facilmente digeribili nell’intestino e forniscono molta energia a fronte di poco lavoro. Al contrario, verdure, noci, mandorle e cereali non raffinati ci fanno sudare per ricavarne calorie, e in generale offrono molte più vitamine e nutrienti rispetto ai cibi trasformati, mantenendo in buona salute la flora batterica intestinale.

Dunque il calcolo standard delle calorie non considera nessuno di questi fattori e in linea generale è per questo che le diete fai da te o elaborate tramite applicazioni mobili (app) hanno un’efficacia limitata.

Nei piani alimentari che elaboro per i miei pazienti non mi soffermo mai sull’apporto calorico generale bensì su un equilibrio di nutrienti e un’accurata scelta delle materie prime . Se educhiamo il nostro organismo e il nostro intestino a consumare alimenti non trattati riusciremo a mantenere un buono stato di salute e raggiungere il peso corporeo ideale senza rinunce e senza doverci preoccupare della quantità di cibo che consumiamo!


Fonti:

Discrepancy between the Atwater Factor predicted and Empirically Measured energy Values of almond in human diets. Janet A Novotny, Sarah K Gebauer, and David J Baer, Am J Clin Nutr. 2012 Aug; 96(2): 296–301.

Postprandial energy expenditure in whole – food and processed – food meals: implication for daily energy expenditure. Sadie B. Barr and Jonathan C. Wright, Food Nutr Res. 2010; 54: 10.3402/fnr.v54i0.5144.

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